
di Stefano Zangrando, docente, traduttore e autore
All’inizio di quest’anno l’editore Keller di Rovereto ha pubblicato un romanzo che, rispetto ad altre uscite del suo catalogo, è rimasto finora nell’ombra con la discrezione di un dono irricevuto. Si intitola Stanze berlinesi ed è il secondo romanzo di un autore che, otto anni fa, con l’intenso Ai margini della ferita (tradotto, come quest’altro, da Sonia Sulzer) aveva conquistato lettori ben oltre i confini della sua terra d’origine. Vale la pena di notarlo, poiché Sepp Mall, classe 1955, originario di Curon Venosta e residente a Merano, è considerato tra i migliori autori italiani di lingua tedesca viventi, tanto che il risvolto di copertina di questa seconda pubblicazione in italiano lo definisce «il degno erede di Joseph Zoderer».
Se il romanzo precedente adottava lo sfondo storico degli anni sessanta e della stagione delle bombe in Alto Adige per ambientarvi le storie parallele di due coppie di fratelli tra l’infanzia e l’età adulta, il più recente muove da un io narrante più vicino all’autore e a noi: padre separato di una tredicenne e di professione insegnante, Johannes è un uomo di mezza età che nei primi anni duemila assiste il padre nel decorso terminale di un tumore, mentre la madre manifesta una demenza incipiente e il fratello, alla morte del genitore, dà segni di quello che per due terzi di libro crederemo il delirio di un uomo incapace di affrontare il lutto.
Gregor ritiene davvero di avere visto il padre redivivo sulla porta di casa, mentre la moglie e il fratello-narratore presumono si tratti di un’allucinazione, forse causata anche dallo stress con cui l’uomo si rifugia – pur seguendo così le orme paterne – nella carriera politica locale. Johannes, dal canto suo, si rivela fin da subito non meno visionario, ma la sua idea di un mondo alluvionato con cui si apre il racconto si direbbe, per ora, la mera fantasia di un eccentrico: lo stesso che appena maggiorenne e diplomato aveva voluto allontanarsi dalla terra d’origine stabilendosi in una città al di là di un valico, a distanza di sicurezza da una Heimat non esattamente amata.
Questi i personaggi e gli elementi di trama che danno l’avvio alla storia, la quale dapprima si sofferma soprattutto, con un sapiente gusto per il dettaglio umano, sulla figura del padre e sulla sua laconica preparazione alla morte – che giunge però più inaspettata del previsto, per cui il vuoto che egli lascia è anche un vuoto di memoria familiare: chi è stato quell’uomo prima di diventare adulto e genitore e sul quale nemmeno la moglie può ormai fornire informazioni plausibili?
È attraverso brevi allusioni di un personaggio o l’altro che i suoi trascorsi da giovane soldato della Wehrmacht a Berlino divengono per il narratore oggetto di un’interrogazione via via più pressante. Così, quando si presenta l’occasione di partecipare a un convegno internazionale sulla valutazione scolastica nella capitale tedesca, Johannes non ci pensa due volte e si mette in macchina verso nord.
Da questo punto in poi i confini tra realtà e visione sbiadiscono e attirano in una sorta di multiverso: la Berlino in cui Johannes, disertando presto il convegno, ritrova la donna con cui il padre condivise lo scoppio di un amore sotto le bombe, e che da allora non ha trascorso un giorno senza aspettarne il ritorno, è la stessa in cui sessant’anni dopo il padre non è ancora morto. Non gli manca molto, i medici di quest’altro ospedale gli danno due settimane, ma è quanto basta perché l’anziana amata e Johannes, raggiunti a un certo punto persino dal di lui fratello e consorte, possano accomiatarsi in forma più pacificata dall’uomo amato, padre o amante, che in precedenza se n’era andato fra troppi non detti.
Non aggiungo altro, se non che qualsiasi conclusione ai limiti del cliché romantico se ne voglia trarre – «di come l’amore possa vincere la morte», recita il risvolto –, la forza della parte finale è nel rendere vivida e toccante un’esperienza estrema al capezzale che pareva essersi annunciata come rêverie. Per chi voglia scoprire di più, Sepp Mall presenterà il romanzo venerdì 11 novembre alle ore 19 alla libreria Arcadia, affiancato dal libraio Giorgio Gizzi e dalla sua traduttrice.