Dopo l'obesità la riscoperta del proprio corpo: "A due passi dalla meta"


Il mio comodino è un'instabile pila di libri, e in questo blog proverò a condividere alcune delle letture più belle che mi accompagnano.
Ci ho messo molto più tempo a scrivere di quest'ultimo libro letto di quanto non ci abbia messo a leggerlo. Tre settimane contro una sera. E' che A due passi dalla meta, l'ultimo libro della blogger e autrice Francesca Sanzo, edito da Giraldi Editore, è un libro che si muove su tanti livelli. Ci sono parole e silenzi, molte cose dette e molte ascoltate, è un grande inno al cambiamento ma anche all'accettazione di sé.
A due passi dalla meta è un libro autobiografico, il secondo di Francesca, che già aveva narrato in 102 kg sull'anima la sua "muta" (così la definisce lei) che l'ha portata in un anno dai 102 ai 60 kg di peso. Questo A due passi dalla meta ne è in qualche modo il seguito, ma è anche un ritornare a parlare di quella grande trasformazione con uno sguardo nuovo. Lo sguardo di Francesca (che chiamo per nome perché ho avuto occasione di conoscerla durante un suo corso -rivelatore- sulla scrittura autobiografica) è uno sguardo intenso e originale: quello di una persona che ha fatto del raccontare il suo lavoro ma anche il suo percorso esistenziale, e che ha scoperto su di sé, per poi narrarlo, il potere condizionante e trasformativo delle parole.
Perché se è vero che le parole con cui fin da bambini ci raccontiamo ci imbrigliano in un "copione" che è sempre lo stesso, che limita le nostre scelte e ci costringe inconsciamente a reiterarle, è vero anche che, una volta svelato, il copione può essere cambiato. Ed è lì che inizia la nostra libertà, quando possiamo iniziare a raccontare la nostra storia con altre parole.
Quando Francesca ha scelto che l'obesità non era più la parola con cui voleva raccontarsi, ha scelto un cambiamento che ha abbracciato ogni fase della sua vita, da quella privata a quella professionale. La muta: eccola. Una muta che l'ha portata a rimettersi le scarpe da ginnastica e iniziare a correre, superando la voce severa e giudicante che le sussurrava all'orecchio che non ce l'avrebbe fatta. Ed è ascoltando questa voce, che Sanzo presenta ai suoi lettori come Dexter, che finalmente l'autrice può iniziare a riscrivere la sua vita.
Questo secondo libro narra la riscoperta di un corpo a lungo dimenticato, che avviene anche attraverso la corsa; ma è soprattutto il racconto della riappropriazione di sé e di un sentire a lungo taciuti. Così lo sport non è per Francesca solo funzionale alla ripresa della forma fisica, ma è soprattutto un viaggio di ascolto, un tempo e uno spazio per sé, un motore di creatività. Il percorso dell'autrice di A due passi dalla meta non ha mai il carattere di una sfida; anche per questo credo che la sua prospettiva sia preziosa e anticonformista: correre per lei non è il raggiungimento di un risultato, non è una meta.
"Lo spazio che mi regalano le mie gambe è un luogo anarchico, abitato dal mio corpo e dalla mia mente, che non vuole imbrigliarsi nella logica del risultato o del tempo di un cronometro" scrive. L'autrice ci porta per mano in questo spazio di libertà, offrendo innumerevoli spunti perché anche noi possiamo trovare il nostro. La corsa è stato il modo di Francesca, ma in fondo quello è solo uno spunto, un motore per avviare un cambiamento fatto di ascolto e di parole, che traggono la loro forza dall'essere state a lungo cercate e assaporate e scelte, prima di essere usate per raccontare una storia nuova: quella della nuova Francesca.