
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Donne. Il regno delle donne. Se potessi stigmatizzare "Diamanti" di Ferzan Özpetek lo definirei così. E cominciando dalla fine..con una sorta di recensione alla rovescia, ho trovato bellissimo che la pellicola sia stata dedicata a tre grandi grandi attrici del passato, indimenticabili , assolutamente indimenticabili. Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti. Un periodo italiano di eccellenza cinematografica in tre nomi.
Sono ben 18 le figure femminili che animano questo affresco, che ha un sapore di sogno ad occhi aperti, tanto sono poetiche, delicate, e a volte irriverenti le vicende narrate. Con un sapiente gioco di flash back di Ozpetek, che ,cosa assolutamente curiosa ed inconsueta, partecipa al cast , veniamo catapultati nel caleidoscopico e colorato mondo della storica Sartoria Tirelli. Gli echi registici di Aldomodovar fanno capolino impertinenti qua e là.
Sublime la ricostruzione accurata della sartoria teatrale e cinematografica di 50 anni fa. Perfetti i vestiti, il trucco delle attrici, l'atmosfera particolare che solo tante donne insieme sanno creare. E ispirate letteralmente dal cielo Luisa Ranieri e Jasmine Trinca interpretano le sorelle Alberta e Gabriella Canova, che hanno fondato questa impresa tutta tutta al femminile. I primi piani di Luisa, i suoi occhi da gatta, incorniciati dal eyeliner religiosamente nero, ed il viso intenso e sofferto di Jasmine sono un capolavoro di intensità. Non solo loro ovviamente... Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Lunetta Savino, Sara Bosi, Paola Minaccioni e Milena Mancini ,Mara Venier, Nicole Grimaudo, Aurora Giovinazzo , Elena Sofia Ricci, Vanessa Scalera, Carla Signoris e Kasia Smutniak , ogni singolo personaggio femminile è unico nel suo genere. Dipinto con cura.
Da rimanere impresso nella mente. Gli uomini sono pochi comunque ben caratterizzati, e a dire la sincerità verità, l'aria che si respira è quella di un potente ed inesorabile matriarcato. Un affresco multisfaccettato, che il regista in modo chiaro e senza fraintendimenti dedica all'universo femminile. Amicizia, dolcezza e poesia si fondono nelle scene accuratissime , nelle quali un sentimento domina tutti gli altri: una solidarietà forte e imbattibile.
Anche i personaggi più coriacei all'apparenza ne sono pregni.
Sotto sotto traspare sempre l'empatia nascosta sotto strati e strati di difese emotive. Un film da assaporare con la stessa dolcezza che emana consci del fatto che l'abilità recitativa talvolta diventa poesia. E qui lo è di sicuro. "Non siamo niente, ma siamo tutto"