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"L'innocenza": il rigore formale genera mostri

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 25 settembre 2024

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Sbatti i mostri in prima pagina. Il film “Monster” tradotto in “L’innocenza”(azzeccato), vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura (di Sakamoto Yuri) al Festival di Cannes 2023, indaga sulla mostruosità dell’indifferenza.

 

Il prezioso regista Hirokazu Kore-eda, simbolo del cinema contemporaneo giapponese, torna a parlare (“Il terzo omicidio” e “Un affare di famiglia”) di colpevoli e innocenti, di famiglie e di tradizioni.

 

Il film è diviso in tre parti soggettive che riprendono i tre punti di vista dei personaggi, dove l’incendio di un palazzo diviene il leit motiv per ripercorrere i fatti nella vita di due ragazzini che frequentano la stessa classe. Il loro nuovo maestro Hori è incolpato di maltrattamenti da Minato, il suo alunno. L’insegnante era stato filmato vicino al locale bruciato, un luogo equivoco per soli uomini.

 

La madre di Minato, Saori è vedova, avverte dei cambiamenti nel figlio, lo trova poi ferito in un bosco e pensa sia dovuto all’insegnante. A scuola la preside riunisce gli insegnanti per parlare con lei del fatto.

 

Minato è amico del compagno di scuola Yori, bullizzato dal gruppo, anch’egli figlio unico che vive con il padre alcolizzato. La scuola è gestita in modo formale; solo il maestro Hori cerca di capire cosa stia accadendo. La complessità dei fatti cresce drammaticamente ogni indizio serve per giungere alla verità che brucia nell’incendio. L’acqua, elemento di purificazione, emerge dal lago in un paesaggio indefinito, solcato dal vento.

 

Una piccola storia universale di sentimenti dell’età di mezzo, fra infanzia ed adolescenza, dove la società giapponese viene demolita per ricomporsi.

 

Le attrazioni nascoste, le paure, la vergogna, si intrecciano tra le note del visionario Ryuichi Sakamoto (a cui è dedicato il film) per sottrarci alle regole di una scuola indifferente verso i più deboli. Le note di “Aqua” nel finale, trasmettono speranza verso il futuro e dimostrano la forza di un compositore profetico.

 

Il “cervello da maiale” che Minato pensa di avere, è la prova spietata del suo essere diverso dalle aspettative della madre e della preside, frustrata ex musicista. Dice Kore-eda “Trovare la musica giusta per un film è come trovare gli attori giusti durante un casting. Non è una scelta razionale, è una questione di sensazioni e di percezione…”. Ottima scelta come il promettente protagonista Soya Kurokawa.

 

“L’innocenza”, uscito nelle sale il 22 agosto è visibile il 26 novembre al Teatro comunale di Pergine e fa parte della ricca programmazione Cineforum Effetto Festival.

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