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La prima collezione italiana d'arte Antropocene per riflettere sui cambiamenti eco-sociale

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 05 dicembre 2024

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Un’alleanza vincente. Scienza e arte dialogano ed il naturale diviene culturale. Un progetto pluriennale “Collezione Antropocene Muse”, ideato e curato da Stefano Cagol insieme alla piattaforma artistica “We are the Flood” che s’inserisce nel Pac2022/2023-Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

 

Le opere realizzate da diciassette artisti ed artiste internazionali, rappresentano la prima collezione d’Arte Antropocene Muse e fanno parte della collezione museale.

 

"L’obiettivo per un museo contemporaneo e ancor più per un museo - dice il direttore del Muse Massimo Bernardi - che si occupa primariamente d’ambiente, clima, biodiversità come il Muse, non può che essere quello di comunicare le principali sfide della contemporaneità che oggi ruotano attorno alla grande transizione ecologica e sociale".

 

Stefano Cagol, artista nato a Trento, formatosi a Trento, Milano, Toronto, conosciuto a livello internazionale, ha partecipato a progetti, installazioni e performance, come “The Ice Monolith”, un monolite di ghiaccio delle Alpi apparso sulla Riva Cà di Dio, nel 2013 durante la 55esima Biennale di Venezia.

 

Una ricerca e denuncia sulla tutela dell’ambiente che l’artista porta avanti da anni. Cagol nomina il filosofo britannico Timothy Morton (coinvolto al Muse in una videoconferenza su ecologia, spiritualità, futuro e arte) e dice: “C’era l’urgenza di avviare la prima collezione d’arte in Italia focalizzata sulle questioni dell’Antropocene…”

 

Diciassette artiste e artisti dal Kirghizistan a Israele, dagli Stati Uniti alla Regione Trentino Alto Adige hanno prodotto opere selezionate negli ultimi tre anni attraverso la piattaforma “We are the Flood. Noi siamo il diluvio”. Il nucleo della Collezione Antropocene verrà ampliato negli anni con acquisizioni e produzioni legate alla Scienza e all’arte.

 

La prima opera in mostra al Muse è un’installazione del 2023 di Giulia Nelli di Legnano, “Tra radici sopite e arida pietra”. Una ragnatela nera, composta da calze collant di nylon, appesa al soffitto si allarga e ci invita ad entrare.

 

Anche Laura Pugno di Trivero provincia di Biella, con “Over Time” del 2021 ci porta dentro l’installazione dove, sulle pareti, sono proiettati tre video che rappresentano indagini scientifiche in una postazione sul Monte Bianco, l’interno di un’azienda che produce bombolette di neve spray, una persona che cammina in mezzo alla neve con in spalla un busto di gesso metafora del peso dell’umanità.

 

La neve ed il ghiaccio protagonista anche dell’inglese Hannah Roman che ci mostra il video “Tides in the Body”in cui lei abbraccia nuda un iceberg. Shahar Marcus, artista israeliano con il video “Still Burning” mette in luce l’idea di autodistruzione: un uomo seduto ad un tavolo è avvolto dalle fiamme.

 

Emerge l’urgenza di mostrare le trasformazioni inquietanti nel nostro pianeta e quanto abbia contribuito l’essere umano. Antropocene è interrogarci sulla crisi ecologica per assumerci da subito, le nostre responsabilità.

 

Gli eventi collaterali: “Tè con l’artista”, talk con artisti in mostra, 7- 21- dicembre- 11- 18 gennaio.

 

I progetti espositivi del Muse e incontri: dal 13 dicembre al 2 marzo 2025 “La Terra dura più degli imperi.” E’ un’installazione site specific del collettivo Mali Weil; dal 21 febbraio 2025 “Food Sound. Il suono nascosto del cibo".

 

Collezione Antopocene-Mostra temporanea-Muse-Museo delle Scienze-corso del Lavoro e della Scienza 3-Trento-fino al 19 gennaio 2025.

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