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La conquista dell'Unità d'Italia tra dramma e commedia in "L'abbaglio"

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 18 gennaio 2025

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Le scelte azzeccate si ripetono. Il regista palermitano Roberto Andò nel padrone d’incassi “La stranezza”, protagonista Luigi Pirandello, ha alternato verità storica e commedia creando una piacevole visione. Anche per “L’ Abbaglio” gli stessi tre attori, Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone e intreccio di generi. Il Risorgimento viene raccontato mettendo in risalto idealisti e povera gente, aristocratici e mafiosi, eroi e meschini, morti e rinascite.

 

 Ne “Il Gattopardo” Giuseppe Tomasi di Lampedusa diceva “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”. Anche ne “L’Abbaglio” siamo nel 1860 e Giuseppe Garibaldi, interpretato egregiamente da Tommaso Ragno (che abbiamo ultimamente apprezzato in “Vermiglio” di Maura Delpero), sbarca in Sicilia, a Marsala, con i suoi Mille per  formare l’Unità d’Italia.  

 

Lo affianca il colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Toni Servillo), un aristocratico palermitano ex ufficiale borbonico, (realmente esistito) che, in nome della libertà, guiderà i garibaldini contro i Borboni.

 

Vengono arruolati anche un dodicenne con il padre e due strani siciliani. I due, burlescamente, cambieranno la sorte degli eventi. Domenico, un claudicante siciliano alla ricerca della sua fidanzata e Rosario un palermitano,  giocatore d’azzardo imbroglione emigrato al nord, uniti anche dall’uso del dialetto e da divertenti battibecchi, classici esempi di spirito siciliano.

 

Da Quarto, a Marsala, Garibaldi, dopo sanguinari scontri, decide una strategia per raggirare le truppe borboniche. Un piccolo gruppo, guidato da Orsini, dovra’, grazie all’aiuto della gente locale, dirottare i Borboni ai paesi di Corleone e Sambuca, mentre Garibaldi con la maggior parte dei Mille conquisterà Palermo. E’ un episodio poco conosciuto del Risorgimento, dove la povera gente siciliana diviene protagonista della storia in nome degli ideali di giustizia e libertà. Un modo di essere siciliano che Leonardo Sciascia  ha raccontato nei suoi scritti.

 

Una terra, la Sicilia ricca di fascino, evidenziato dai tagli di luce delle piazze e dei borghi, dalle ambientazioni e dal non detto. Alcune riprese sono state eseguite a Palazzo Adriano, proprio dove è stato girato “Nuovo cinema Paradiso”.

 

Dice il regista: “Mentre facevamo 'La Stranezza' un po’ per scherzo dicevo 'faremo una trilogia', e poi mi è venuto incontro il ricordo di un retroscena della vicenda dei Mille che mi è sembrato che si potesse incarnare solo attraverso questi attori”.

 

Una squadra vincente per un film che attraversa i generi e si rende attuale. “L’Abbaglio”, uscito il 16 gennaio, è da vedere al cinema, che per Trento sta diventando una cosa rara: anche il cinema teatro Nuovo Roma, dopo ottantasei anni di proiezioni, chiuderà a giorni. Anche questo è un abbaglio?

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