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Dalle lacrime di Firouzeh sulle montagne iraniane agli alberi abbattuti di ''Walden''. Lo sguardo sicuro e fragile del Film Festival

Si sta concludendo la 67esima edizione della kermesse trentina dedicata ai racconti di montagna. Ricorderemo per sempre l'emozione alla consegna della Genziana d'oro a Cesare Maestri
Immagine tratta da "Walden"
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 04 maggio 2019

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Sicuro e fragile. È lo sguardo dei protagonisti della 67esima edizione del Trento Film Festival che si sta concludendo.

 

Lo sguardo dell’astrofisico verso l’incredibile universo stellare nel deserto cileno di Atacama. La regista Mcalpine in "Cielo", si è ispirata a "L’albero della vita" di Terrence Malick. Lo sguardo dello scalatore Dragan Jacimocic nel film "4 years in 10 minutes", regista Mladen Kovacevic. Primo serbo che giunge alla vetta dell’Everest, da solo, ed ammette di non poter provare gioia perché non la può condividere con nessuno.

 

Lo sguardo di Firouzeh, una donna di ottant'anni, che piange davanti al regista, Yaser Talebi, pensando ai figli. Lei vive sola tra la natura delle montagne iraniane.

 

Lo sguardo dell’ardito regista Alex Jablonski, del documentario "Walden" presentato nella nuova sezione "Amici fragili" (molto apprezzata per ricordare i tragici eventi di ottobre in Trentino), senza dialoghi, 106 minuti di piani sequenza con carrellate e panoramiche che seguono l'albero tagliato, trasformato in assi, imballato e portato da Admont, in Austria fino alla foresta pluviale brasiliana. L'assurdità delle regole economiche, che rende fragili i paesi.

 

Sicurezza e fragilità nel divertente e pungente documentario francese "La grand-messe" di Meryl Fortunat-Rossi e Valery Rosier sul pubblico del Tour de France. Uno spaccato sociologico. Con il camper i tifosi scelgono di arrivare otto giorni in anticipo per accaparrarsi i posti migliori nel Colle dell’Izoard dove passeranno i ciclisti. Il Tour lo vedranno poi in tv. Sono coppie di pensionati che ritualmente s'incontrano. Un camperista in particolare racconterà un evento tragico vissuto.

 

Lo sguardo fragile e sicuro delle pastore di "In questo mondo" che avrebbero potuto scegliere una vita meno faticosa, magari con un ricco marito, chiuse in un bell'appartamento di città.

 

E speciale è e sarà memorabile lo sguardo dell’alpinista trentino Cesare Maestri quando riceve la Genziana d’oro alla carriera.

 

Un festival che giunge al termine. Quest’anno il cinema Vittoria è stato meno frequentato. Sintomo di un calo di originalità? I giovani, poco protagonisti dei film e delle sale cinematografiche.

 

Un Trento Film Festival tra montagne, culture, certezze e fragilità, testimone dei cambiamenti climatici fuori e dentro noi.

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