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Babylon: ciak si gira un atto d'amore per il cinema

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 27 gennaio 2023

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Ciak si gira! Le scene, in più di tre ore, dagli anni venti agli anni cinquanta, scorrono come un mare in burrasca. E’ "Babylon" l’ultimo lavoro di Damien Chazelle (1985) il più giovane regista premiato con l’Oscar per “La La Land”. Il cineasta è esperto in dinamici piani sequenza segnati da colonne sonore empatiche.

 

Un giovane tuttofare messicano Manny Torres (Diego Calva), che lavora per le major cinematografiche, deve portare un elefante all’ennesima festa organizzata vicino Los Angeles nel 1926, dove si trovano attori e produttori della Hollywood emergente.

 

Una festa a base di alcol, droghe ed eccessi dove Manny incontra l’amore della sua vita, Nellie Laroy (l’australiana Margot Robbie) che vorrebbe come lui lavorare sui set cinematografici. La fortuna è dalla loro parte, tutti e due si fanno notare, lei per una danza a dir poco eccessiva, lui per la sua efficienza e si ritrovano nella “Nuova Babilonia”, appellativo di Hollywood dell’epoca del muto.

 

Un cast strepitoso. Da Olivia Wilde, attrice e regista che interpreta Ina Conrad una delle mogli di Conrad, a Tobey Maguire (Spider Man), all’ipnotico Brad Pitt (da vedere l’interpretazione assolutamente in edizione originale) è Jack Conrad, un acclamato attore che entrerà in crisi e perderà il controllo della scena, quando il sonoro prenderà il sopravvento.  

 

Cosa realmente accaduta per attori ed attrici come Leda Gys (ricordiamo film come “Viale del tramonto” o “The Artist”) che saranno lo zimbello delle platee e dei critici cinematografici come la fredda Elinor (Jean Smart). Charlie Chaplin aveva detto: ”L’essenza del cinematografo è il silenzio”. Quando verrà proiettato nel 1927 “Il cantante di Jazz”, tutto però cambierà.

 

La folle e tossica Nellie (Margot dichiara di aver rubato il bacio con Pitt, non era in programma ma quando mai le sarebbe capitato ancora) verrà spietatamente, nonostante la protezione di Manny, demolita senza alcuna pietà innescando una spirale di autodistruzione. Anche Conrad pagherà tragicamente le conseguenze di questo periodo di cambiamenti. La magia dei primi set cinematografici dei grandi colossal che nascondono infinite tragedie come la morte  delle comparse e degli animali, lasceranno il posto al business dell’industria cinematografica.

 

Il jazz, divenuto nei film musica portante,  con il trombettista Sidney Palmer (Jovan Adepo), sarà sostituito da “Cantando sotto la pioggia- Singin’ in the Rain”,  parodia del tempestoso rinnovamento di Hollywood che rivoluzionerà la settima arte.

 

“Quello che si vede nel film è la prima generazione del cinema. Non avevano nessun riferimento prima, qualcuno da cui imparare”, dice il regista. Un riferimento che Chazelle ha invece utilizzato grazie a Federico Fellini e alla sua “La dolce vita”. Damien  giocando con gli eccessi passa con disinvoltura dalla commedia, al dramma, all’horror. Per trasmettere, nel finale, attraverso  immagini, liberate dal ricordo, un atto d’amore per il cinema. A quella magia che solo la sala cinematografica riesce a trasmettere.

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